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mercoledì 14 novembre 2012

La diversità paga


Affidare una organizzazione ad un gruppo di top-menager che non hanno caratteristiche omogenee tra di loro, ovvero di gente molto diversa per cultura, estrazione, provenienza, è una buona o una cattiva idea?


Da un lato, si potrebbe ipotizzare che una diversità di questo tipo generi conflitti, incomprensioni, divergenze e fratture nella leadership strategica dell'azienda, con il rischio di una sostanziale ingovernabilità dei processi.
Dall'altra, si potrebbe supporre che, di contro, la "diversità" sia un fattore chiave del successo, e che la stessa consenta all'organizzazione di raggiungere una prospettiva strategica più ampia, proprio grazie alla pluralità di backgrounds dei manager, alla contaminazione tra esperienze diversificate, all'assenza di un pensiero unico, di un main-thinking che, ove si avventurasse per un sentiero non corretto, non avrebbe alcun momento dialettico di confronto.
Il dubbio è legittimo.