Signori e signore, oggi si vota. È finita. Archiviata la compagna elettorale, il dibattito, un po' gridato, sull'IMU, su MPS, sullo spread ed altre amenità simili, il tutto finisce nelle urne, inondate dalle speranze (molte) degli italiani, ma anche dalle loro illusioni e dalle loro disillusioni.
Certamente, non resterà niente di tutto l'affannoso dibattito sulle alleanze, e non perché non siano importanti quanto piuttosto perché con il numero dei seggi alla mano, tutte le analisi e le riflessioni di ieri saranno mere parole scritte sulla sabbia ed ognuno, ma proprio ognuno, si confronterà con la pragmatica necessità di mettere insieme una maggioranza sia alla Camera, sia al Senato.
Certamente, non resterà niente, o quasi, delle mille promesse, della restituzione dell'IMU, delle elargizioni generose al mondo del lavoro, alla scuola, alle imprese ed alla ricerca: tutti fari luminosi che si spegneranno, infrangendosi sul terribile scoglio dei conti pubblici e delle risorse che non ci sono e che, a lungo, non ci saranno.
Tuttavia, qualcosa resterà.